La mia attività è principalmente rivolta alla patologia funzionale esofagea e alla patologia neoplastica esofagea, gastrica e della giunzione gastro-esofagea. Tutti gli interventi di patologia funzionale (plastica antireflusso, acalasia, diverticoli esofagei, ernie jatali giganti) sono eseguiti in maniera mininvasiva (laparoscopica o robotica), con una percentuale di conversione laparotomica (intervento tradizionale) tendente allo zero. Anche la patologia neoplastica generalmente è approcciata in maniera mininvasiva, però con alcune limitazioni connesse allo stadio della malattia e alla necessità, in ogni intervento, di ottenere una resezione R0, cioè un'asportazione completa della malattia, senza residui macroscopici (R2) o microscopici (R1). Poiché l'esofago è l'unico organo che attraversa tre distretti, collo, torace e addome, gli interventi di esofagectomia possono richiedere due o tre tempi: addominale, toracico e a volte cervicale.
Nel caso dell'esofagectomia a due tempi (addome e torace) generalmente eseguo il tempo addominale per via laparoscopica con 5 piccoli accessi (preparazione del viscere da trasporre in torace, generalmente lo stomaco) e il tempo toracico per via toracoscopica con quattro piccoli accessi più un piccolo taglio per l'estrazione del pezzo operatorio.
Nell'esofagectomia in 3 tempi (torace, addome e collo), eseguo il primo tempo, toracico per via toracoscopica con il paziente in posizione prona (tale posizione consente di evitare l'esclusione del polmone e sembra ridurre in modo significativo il rischio di complicanze respiratorie). Il paziente viene quindi girato supino ed in tale posizione si procede all'esecuzione del tempo addominale per via mininvasiva laparoscopica e alla cervicotomia (taglio sul collo a sinistra di circa 10-12 cm). In questo caso il pezzo operatorio è estratto dall'addome e/o dal collo e l'anastomosi tra stomaco ed esofago residuo è eseguita a livello cervicale.
Per quanto riguarda gli interventi di gastrectomia, li eseguo quasi sempre per via mininvasiva, sia la gastrectomia totale che subtotale, optando per la chirurgia tradizionale esclusivamente per motivi oncologici. La chirurgia mininvasiva ovviamente comporta un minor trauma chirurgico, minor dolore postoperatorio e una più pronta ripresa sociale e lavorativa.